Giorno 1: Pozza di Fassa – Rifugio Contrin

Tornati!
Il negozio ha riaperto ormai i battenti e le ferie sono finite. Tempo di bilanci, ma soprattutto di racconti e di esperienze, vissute e scambiate.
Le Dolomiti sono sempre le Dolomiti. Possiamo partire da questa premessa e dire così che pure sotto al diluvio, pure con le nuvole a coprire cielo e montagne, le Dolomiti rimangono uniche e meravigliose, una tappa forzata per chiunque ami il contatto con la natura.
Come detto altrove, il viaggio prevedeva 4 giorni di cammino, partendo e arrivando a Pozza di Fassa, zaino in spalla passando di rifugio in rifugio; un anello intorno al gruppo della Marmolada rovinato, in parte, dal tempo, che con le sue bizze e i suoi capricci ci ha costretto a cambiare itinerario.

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Giorno 1: Pozza di Fassa – Rifugio Contrin
Il primo giorno è quello della spensieratezza, vuoi perché il tempo è stato più che clemente, con un bel sole a scaldare la partenza, vuoi perché muscoli e tendini erano ancora freschi e riposati. La pancia piena dalla cena del giorno prima, dove abbiamo festeggiato il compleanno di Serena alla Malga Aloch, ha fatto da serbatoio di energie per la prima parte del viaggio, da Pozza di Fassa al Rifugio Contrin, lungo la Val di San Niccolò e l’omonimo passo. Il primo pezzo è lungo l’asfalto, anche se c’è una variante nuova che si snoda alla destra del torrente e che passa in mezzo al bosco. Poi, dopo la baita Ciampè, la strada diventa unicamente pedonale e passando in mezzo a numerose baite immerse nei pascoli, si giunge alla baita alle Cascate (il cui nome non dovrebbe lasciare spazio a fraintendimenti, vi si trovano dei bei salti d’acqua che fanno da sorgente al Rio S. Nicolò). Fino a qui il passo è veloce, la pendenza minima e, soprattutto nel fine settimana, è abbastanza affollato; la vicinanza delle cascate con l’area di parcheggio rende la zona una meta ottimale per famigliole armate di bambini e passeggini. Il bello (a seconda dei punti di vista e il grado di autolesionismo!) arriva ora: poco prima delle cascate infatti, c’è il bivio che ci porta fino al passo di San Nicolò, 10391035_831658376873811_5056747020568252086_nun sentiero reso impervio nella parte iniziale dalle abbondanti piogge che ne hanno allentato oltremodo il fondo e che sale veloce fino alla cima, con una pendenza anche impegnativa se appesantiti dallo zaino. Poco male: usciti dal bosco, si aprono davanti agli occhi di fronte il Col Ombert e il passo mentre con rapido giro a 180° a sinistra si può godere tutto il gruppo dei Monzoni e Cima Undici, sullo sfondo la conca di Gardeccia con tutto il gruppo del Catinaccio e a destra la Croda Neigra. Una vista meravigliosa, impreziosita da un cielo finalmente limpido e una temperatura mite che non affatica la salita.
Giunti in cima, finalmente la Marmolada. Il piccolo rifugio in cima al passo dà la possibilità di mangiare e di dormire ed è una manna dopo una scarpinata niente male. I chilometri iniziano a farsi sentire e l’ora è per l’appunto quella del pranzo, impossibile non cedere ad una sosta.
Ricaricate le pile e rifocillate le truppe, il sentiero inizia a scendere, sempre con sullo sfondo la Marmolada. Più a valle, si inizia a scorgere il Rifugio Contrin, la nostra prima meta. Le mucche al pascolo fanno ritorno verso le stalle e ci accompagnano lungo il sentiero, a dirla tutta poco inclini a selfie e fotografie. Poco male, il rifugio è ormai prossimo e si conclude qui il primo giorno.

giorno1L’angolo dello statistico:
Distanza totale: 16,54 km
Aumento di quota: 1076 metri
Tempo totale: 7 ore
Quota max: 2343 metri