La storia di Felice Benuzzi

Felice Benuzzi è un funzionario coloniale italiano recluso in un campo di concentramento britannico a Nanyuki, in Kenya, è un pow (Prisoner of war).

Poco distante dal suo campo di prigionia c’è il Monte Kenya, la vetta più alta del Paese (5.199 metri), la seconda più alta del continente dopo il Kilimangiaro.

Distrutto dalla sua condizione di prigioniero, una sera vede aprirsi la visione della grande montagna in uno squarcio tra le nuvole, e viene folgorato da un’idea improvvisa: fuggire, scalarla, porre sulla vetta la bandiera italiana e ritornare al campo!

Inizia cosi ad affrontare un difficilissimo compinto, quello di procurarsi le attrezzature necessarie e quello di trovare informazioni sulla via da percorrere. Felice coinvolge nel progetto due compagni di prigionia: il medico Giovanni Balletto detto Giuàn, alpinista esperto; ed il tenente di polizia Marco che farà da organizzatore del campo base.

Due piccozze ricavate da un paio di martelli rubati ad operai locali, due paia di ramponi ricavati da lamiere prese tra rottami di un’automobile e tondino di ferro per cemento armato. L’abbigliamento fu ricavato da alcune coperte, modificate e cucite da un sarto prigioniero. Come corde utilizzarono quelle per legare la rete del letto al telaio. I viveri furono procurati risparmiando razioni ed acquistandone altre da altri prigionieri in cambio di sigarette.

Il 24 gennaio 1943 i tre fuggono dal campo, lasciando un biglietto che spiega la loro intenzione ed annunciando il loro rientro al campo di prigionia entro due settimane. Tra mille difficoltà dovute alla mancanza di informazioni che li ha portati su una via estremamente difficile, che alcuni scalatori precedenti avevano giudicato impercorribile, il 6 febbraio Felice e Giuàn raggiungono l’obbiettivo secondario, il picco Lenana (4985). In vetta issano una bandiera italiana e lasciano una bottiglia con dentro un messaggio.

La notte tra il 9 ed il 10 febbraio, ormai privi di provviste, i tre riescono a introdursi nel campo, ed il giorno dopo, rivestiti e ripuliti, si consegnano all’ufficiale responsabile e vengono condannati a 28 giorni di cella di rigore.

La Bottiglia e il messaggio saranno recuperati una settimana dopo da un gruppo di attrezzatissimi alpinisti britannici inviati a verificare la veridicità di quanto affermato dai prigionieri italiani. Il tricolore sul picco Lenana sostituito dall’union jack. Felice, Giuan e Marco vennero sollevati prima del tempo dalla cella di rigore grazie all’intervento del comandante del campo che ha “apprezzato la loro impresa sportiva”, acclamati dai compagni di prigionia.

Qui una sua intervista su Youtube